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Francesco Faà di Bruno

(matematico, 1825-1888)

Francesco Faà di Bruno


Nacque ad Alessandria il 29.3.1825 e morì a Torino il 27.3.1888.

Proveniente da famiglia nobile,  studiò Retorica nel Collegio S. Giorgio dei Somaschi di Novi Ligure per entrare poi all'Accademia militare di Torino. Luogotenente di Stato Maggiore dal 1846, nel 1849 venne promosso Capitano e in quello stesso anno, avendo manifestato da sempre una spiccata propensione per le materie scientifiche, il Re Vittorio Emanuele II gli offrì l'incarico di precettore di matematiche dei suoi figli. A tal fine egli chiese e ottenne di potersi recare a Parigi per perfezionarsi. Rimase in quella città dal 1849 al 1851 divenendo allievo di Augustin-Louis Cauchy e frequentando uno degli ambienti intellettualmente più vivaci d'Europa. Fu un periodo di studio intenso al termine del quale conseguì la licenza in Scienze matematiche. Rientrato nel 1851 a Torino, vide sfumare l'incarico propostogli dal re e decise di congedarsi dall'esercito. Tornò quindi a Parigi nel 1854 e l'anno seguente prese il dottorato in Scienze matematiche. Fu in questo secondo soggiorno parigino che l'influenza di Cauchy, illustre matematico e uomo dotato di profondo fervore religioso, lasciò la traccia più profonda. A partire dal 1857 tenne per quattro anni a titolo gratuito le due cattedre di Alta analisi e di Astronomia presso l'Università di Torino. Nel 1860 ottenne l'incarico di supplenza alla cattedra di Analisi superiore e nel 1871 subentrò a Felice Chiò nell'insegnamento di Analisi e geometria superiore che tenne fino al 1876 quando fu nominato professore straordinario. Non riuscì mai a ottenere l'ordinariato. Nel 1876 fu ordinato sacerdote a Roma. 

Nel corso della sua multiforme attività caritativo-sociale creò scuole e case di accoglienza, occupandosi in particolare dei problemi della donna. Costituì anche la Congregazione delle Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio di Torino.  
Come matematico viene ricordato soprattutto per i trattati Théorie générale de l'élimination del 1859 (che contiene fra l'altro la cosiddetta formula di Faà di Bruno che esprime la derivata n-esima di una funzione composta) e Théorie des formes binaires pubblicato nel 1876 e tradotto in tedesco da Max Nöther con l'aggiunta di contributi personali. Durante gli ultimi anni di vita lavorò a  un poderoso trattato sulle funzioni ellittiche che rimase però incompiuto. Due sono le caratteristiche della sua produzione scientifica: la spiccata propensione alla trattatistica e il carattere internazionale (aveva studiato a Parigi e i suoi interlocutori preferiti erano i matematici stranieri, fra i quali il francese Charles Hermite e l'inglese Arthur Cayley con cui manteneva corrispondenza epistolare).   

Fonti bibliografiche

Tricomi 1962. p. 49; L. Dell'Aglio, Faà di Bruno, Francesco, DBI, 43, pp. 600-601; L. Giacardi, Francesco Faà di Bruno, FSTD, pp. 471-476.