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Salvatore Cognetti De Martiis;

(economista, 1844-1901)

Salvatore Cognetti De Martiis


Nacque a Bari il 19.1.1844 e morì a Torino l'8.6.1901.

Frequentò l'Università di Pisa dal 1861 al 1865. Non ancora laureato, pubblicò il suo primo lavoro: Delle attinenze tra l'economia sociale e la storia (1865). L'anno seguente si arruolò come garibaldino e partecipò alla campagna del Tirolo nella terza guerra d'indipendenza. Nel 1867, tornato a Bari, venne nominato direttore delle scuole municipali e cominciò a insegnare come professore di Economia politica all'Istituto Industriale e Professionale. Nel 1868 si trasferì a Mantova dove insegnò Diritto ed Economia politica all'Istituto Tecnico provinciale. Fu molto attivo anche come giornalista: diresse la Gazzetta di Mantova, quotidiano ufficiale della prefettura, dal 1870 al 1874, e collaborò, in qualità di redattore economico, al giornale La Perseveranza con scritti di carattere politico-sociale. Tra il 1873 e il 1879 si interessò ai problemi monetari: in particolare pubblicò una serie di articoli in cui confrontò la disciplina italiana dell'emissione cartacea dopo il 1866 con il sistema degli Stati Uniti d'America. Scrisse anche parecchi saggi di carattere divulgativo, dedicati alla geografia, alla storia e all'economia americane. Nel 1878, in seguito a concorso, fu nominato professore all'Università di Torino, dove insegnò Economia politica e dove tenne un corso libero di Sociologia. Durante questo periodo egli si affermò come il principale economista della scuola positiva, in particolare come un pioniere della ricerca economica d'équipe in Italia.

A partire dal 1881 con Le forme primitive nella evoluzione economica C. si rivelò un eclettico ma accanito sostenitore del fondamento biologico dell'economia, inserendosi nel filone del darwinismo sociale, il che non mancò di produrre polemiche con economisti contemporanei. Uomo di notevole erudizione filosofica e filologica classica e orientale, ne diede ampia prova nei saggi dedicati allo studio dei sistemi economici dell'antichità. Nell'ambito di questo filone approdò allo studio del socialismo cui dedicò vari lavori: dal volume Socialismo antico. Indagini del 1889, alla monografia del 1891, Il socialismo negli Stati Uniti d'America. A Torino nel 1893 fondò e diresse il Laboratorio di Economia politica, tra i cui soci si annovera Luigi Einaudi, il suo migliore allievo. Il Laboratorio fu la sua più importante creazione, destinata a sopravvivergli. Nel 1894, succedendo a Boccardo e seguendone gli indirizzi, aperti alle teorie socialiste e darwinistico-sociali, assunse la direzione della quarta serie della rivista Biblioteca dell'economista. Ebbe inoltre l'incarico di Economia e Legislazione industriale presso il Regio Museo Industriale Italiano di Torino, istituzione con cui il suo Laboratorio stabilì intensi rapporti. Fu anche ottimo traduttore delle opere di Plauto: una raccolta postuma di traduzioni uscì per Laterza (Bari) nel 1906 con prefazione di Giosuè Carducci. Dal 1887 fu socio nazionale dell'Accademia delle Scienze di Torino, socio corrispondente di quella dei Lincei, membro del Consiglio superiore di Statistica.

Fonti bibliografiche

R. Faucci, Salvatore Cognetti de Martiis, DBI 26, pp. 642-647.